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I DOLCI

La Miascia

Provincia di Como - Lecco, Lombardia

La Miascia è una torta di pane e frutta tradizionale della Lombardia. È una ricetta vegetariana che contiene ingredienti che si trovano facilmente, come uvetta, pane raffermo, mele e pere: semplice da preparare, è un’ottima idea anti spreco.

Torta di pane e frutta

Conosciuta anche come meascia o turta di paisan la MIASCIA è un dolce semplice, con ingredienti genuini, insostituibili. È perfetto per colazione o merenda salutari e di sostanza

Caro zucchero

I dolci poveri, come la miascia, sono sovente preparati con frutta secca o fresca, per ottenere una base zuccherina naturale: un tempo infatti lo zucchero era molto raro .

Dolce delle feste

In passato, il dolce non era come oggi consumato a fine pasto, ma in alcuni casi lo sostituiva proprio o comunque era riservato per i giorni di festa.

LA MIASCIA

Questo dolce-pasto povero, detto anche meascia o turta di paisan, deriva probabilmente da un antico nucleo di ricette, del tipo del migliaccio già descritto da Maestro Martino da Como, preparato fra l'altro con "una libbra di cacio del più fresco che possi havere" e con un'aspersione finale di "bono zucchero et di acqua rosata" e cotto nello stesso forno dove si faceva il pane.

LA MIASCIA

Provincia di Como e di Lecco

Il dolce è originario delle provincie di Como e Lecco.

LA MIASCIA

La Ricetta

Ingredienti 4 persone

  • 500 gr Pane Raffermo
  • 2 Uova
  • 3 Amaretti
  • 1 Mela
  • 1 Pera
  • 20 gr Pinoli
  • 50 gr Uvetta
  • 1 bicchiere Liquore Amaretto
  • 30 gr Burro
  • 1 Cucchiaio di Farina Bianca
  • 50 gr di Cioccolato amaro in scaglie
  • 75 gr zucchero

Tagliare il pane a fettine e ammollarlo col latte in una zuppiera per circa 2 ore; stemperare il pane ammollato con un cucchiaio; aggiungere le uova, le uvette precedentemente ammollate in acqua tiepida, i pinoli, la mela e la pera tagliate a fettine, lo zucchero, gli amaretti sbriciolati e il liquore; lavorare l'impasto con il cucchiaio e versare in una tortiera imburrata e infarinata; spolverare l'impasto con lo zucchero e il cioccolato in scaglie e guarnire con il burro a fiocchi; cuocere in forno a 200°C per 15 minuti, quindi a 150°C per altri 15 minuti; sfornare e servire tiepida o a temperatura ambiente.

LA MIASCIA

La Storia

Come tutti i piatti della cucina povera, di questa torta tipica del Lago di Como non si trova un’unica versione, ma l’insieme di tutte quelle che vengono preparate nei forni di casa, nei panifici e nelle pasticcerie dell’area lariana. In sintesi le scuole di pensiero sono due: c’è chi la fa con il pane raffermo e chi invece con un impasto di farina bianca e farina gialla. Il motivo è semplice, la torta era una somma di avanzi e, a seconda delle zone, nella padella di rame dove la si faceva cuocere sulla brace, ci finiva di tutto, persino i “resti della minestra”. Gli altri ingredienti sono frutta fresca e secca, uova e zucchero. Nel comasco era il dolce della festa, il sostituto, insieme al pan mataloc, del “più ricco” panettone. C’è chi dice che sia nata a Menaggio, chi a Bellagio, chi a Mandello Lario. Come sempre in queste storie la verità sta nel mezzo. Conosciuta anche come meascia o turta di paisan è un dolce semplice, con ingredienti genuini che non possono essere mistificati, perfetto quindi per una colazione o una merenda salutari.

Una volta il pane era diverso da quello di oggi ( preparato con miscele di farine diverse (mais-pangiallo, farina di miglio-pan de mej, farina di segale, ecc.). Era cotto in grandi pezzature nei forni comunitari e consumato in una-due settimane, conservandolo in un armadio apposito (la panadura).

I dolci poveri, come la miascia, sono sovente preparati con frutta secca o fresca, per ottenere una base zuccherina naturale: un tempo infatti lo zucchero era molto raro e lo si trovava solo sulla mensa dei ceti più abbienti. Ne risultano razioni estremamente energizzanti, ma anche piuttosto complete sul piano nutrizionale: la frutta apporta sali minerali e vitamine e nobilita le "calorie vuote" dello zucchero. In passato, il dolce non era come oggi consumato a fine pasto, ma in alcuni casi in sostituzione del pasto, piuttosto che come merenda, e comunque in occasioni particolari: feste, ricorrenze, doveri di ospitalità.

LA MIASCIA

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