TICINO
Biscotti speziati tipici del Ticino
Le SPAMSPEZIE fanno parte delle tradizioni natalizie ticinesi. Sono dei grossi biscotti decorati in superficie con ripieno a base di noci, prodotti in alcuni paesi della Leventina, nell’alto Ticino anche se taluni affermano che Osco è la patria delle Spampezie.
Una loro caratteristica è che si possono conservare per periodi molto lunghi. Si dice che le famiglie leventinesi le spedivano addirittura oltreoceano ai figli emigrati che cercavano fortuna in America. Così potevano gustare i dolci della terra natale.
Come spesso succede, ogni paese ha la sua ricetta per le Spampezie. Quel che le accomuna tutte è una pasta di farina, panna, burro, miele e succo di limone e un ripieno composto di noci (alcuni aggiungono anche nocciole), pane grattugiato e grappa. Al ripieno vanno aggiunti in buona quantità spezie come cannella, chiodi di garofano e noce moscata. Questi aromi esotici che le caratterizzano, anche nel passato erano accessibili grazie alla posizione strategica della Leventina che si trova sull’asse di una delle più importanti vie commerciali che collega fin dal 1200 il sud e il nord delle Alpi. Gli altri ingredienti erano invece a portata di mano: miele e burro si producevano in casa e le noci si raccoglievano dagli alberi che crescevano nei dintorni.
NOVARA
Chiamata anche Torta di Santa Maria
Risale a quasi un millennio fa il DOLCE DELLA CATTEDRALE di Novara, chiamato anche “Torta di Santa Maria”. Un tempo veniva donato come omaggio feudale dalle famiglie religiose della città e del contado ai Canonici di Santa Maria che, successivamente, diedero inizio all'usanza di distribuirlo ai fedeli in occasione di alcune particolari ricorrenze. Nel XVI secolo un vescovo della città piemontese, Carlo Bascapè, collegò il dolce all'antico pane benedetto, non consacrato, che veniva portato all'altare durante la celebrazione dell'Eucarestia.
Un manoscritto dell'Archivio Capitolare risalente al XVIII secolo riporta la ricetta tradizionale del dolce che doveva essere preparato con farina di frumento, zafferano, miele e frutta di stagione lasciata in infusione nella grappa di Nebbiolo. Attualmente la preparazione del Dolce della Cattedrale e la sua commercializzazione è affidata a pochi produttori e i ricavi che ne derivano contribuiscono a finanziare l’attività della“Fondazione Amici della Cattedrale" che ha recuperato la ricetta durante uno studio sulle usanze e tradizioni medievali. Oggi, il dolce è classificato tra i Prodotti Agricoli Tradizionali della Regione Piemonte.
BELLAGIO
Dolce tipico dell'alto lago di Como
Il Pan Matalòch è un dolce tipico della cucina lariana, più precisamente di Bellagio. A lievitazione lenta e naturale, l’impasto e la lavorazione hanno molte affinità con il panettone milanese. Infatti il Pan Matalòch era il dolce di Natale di questi territori. L’origine del nome è spagnola “matafaluga”, a sua volta derivante da una parola araba indicante l’anice, uno degli ingredienti caratterizzanti il Pan Mataloch.
L’alta varietà e densità di frutta secca utilizzata caratterizzava nel passato questo dolce come alimento per la prima colazione dei pescatori, preparato affinché potesse fornire l’energia per affrontare una intera giornata di pesca, grazie all’elevato contenuto di vitamine, proteine e sali minerali.
Dal 2016 i pronipoti di Giuseppe Baj hanno ripreso la produzione del loro premiato antenato che dalla seconda metà del 1800 nella sua bottega pasticciera iniziò a produrre e diede grande notorietà a questo dolce dopo che ne ebbe ritrovato la ricetta originale.
La versione “moderna” del Mataloch Baj è soffice e ricca di ingredienti ricercati: farina, latte, burro, uova, noci, nocciole, mandorle, canditi e fichi secchi, oltre al citato anice. Per chi lo conosce e a maggior ragione per chi non lo conosce è un dolce alternativo da gustare proprio nel periodo Natalizio.
VALTELLINA
Il panettone della tradizione valtellinese
La bisciola, anche detta pan di fich in dialetto, è il panettone della tradizione valtellinese, il dolce che non può assolutamente mancare durante il periodo delle feste natalizie. Si tratta di un pane ricco e dal sapore rustico, realizzato con lievito di birra e ripieno di frutta secca ed essiccata: fichi, uvetta e gherigli di noce regalano a questa specialità dolcezza e una croccantezza irresistibile.
Semplice e di antichissima tradizione, è ottima sia fredda sia tiepida ed è perfetta da offrire a conclusione di un pranzo o una cena di festa. Intinta nella grappa, come vuole la consuetudine, ma anche in accompagnamento a un buon caffè.
PROVINCIA DI COMO
La "turta di paisan"
La MIASCIA, dolce-pasto povero dell’area comasca, detto anche “turta di paisan", torta dei contadini, deriva da un antico nucleo di ricette con diverse varianti, ma la ricetta originale utilizza come ingrediente base il pane raffermo: ”Pan poss, vin brusch e legna verda fan l'ecunumia d'una ca”, pane raffermo, vino aspro e legna verde fanno l’economia di una casa: così recita un detto popolare della zona a testimoniare il valore di sussistenza legato all'impiego completo delle risorse povere. Anticamente, come suggerisce il nome, veniva preparata con la farina di miglio, tant’è che prima dell’avvento del mais, la farina di miglio era la più usata.
I dolci poveri, come la Miascia, sono preparati con frutta secca o fresca, come mele e pere, per ottenere una base zuccherina naturale: un tempo infatti lo zucchero era raro e lo si trovava solo sulla mensa dei ceti più abbienti. Le numerose varianti sostituiscono il pane raffermo con farina bianca e gialla e aggiungono alla frutta scorza di limone grattugiata, foglie tritate di rosmarino, cacao in polvere o fichi secchi.
Ne risultano razioni estremamente energizzanti, ma anche complete sul piano nutrizionale: in passato, il dolce non era come oggi consumato a fine pasto, ma in alcuni casi in sostituzione del pasto e comunque in occasioni particolari: feste, doveri di ospitalità e ricorrenze appunto come il Natale,
VAL D'OSSOLA
Un panettone d'eccellenza
Anche la Val d'Ossola ha la sua versione di panettone natalizio è il... PAN D’OSSOLA. Viene rigorosamente farcito con mirtilli e castagne della zona, con l'aggiunta di miele di castagno locale e cioccolato fondente.
Rappresenta una delle eccellenze territoriali, frutto della collaborazione e del connubio creativo tra lo chef stellato Giorgio Bartolucci del ristorante Atelier di Domodossola e l’esperto mastro fornaio Stefano Zoppis di Gozzano che ha punti vendita sia a Gozzano che a Borgomanero. Se visitate la Val d'Ossola non perdete l'opportunità di assaggiarlo e di portare sulla tavola di Natale un dolce diverso dal solito, buono come la tradizione!
VARESE
I Dolci dell'Epifania
Per i varesini, il 6 gennaio c'è una tradizione irrinunciabile: festeggiare con i CAMMELLI di pasta sfoglia, cioè il dolce tipico dell’Epifania della città di Varese. Avete mai provato a chiedere questo dolce a due gobbe a Milano o a Novara o a Bergamo? Difficilmente lo avrete trovato, perchè questa tradizione non ha mai varcato i confini della provincia.
L’origine dei cammelli di sfoglia resta misteriosa: la leggenda narra che da Varese passarono le reliquie dei Magi, rubate dal Barbarossa nella chiesa di Sant’Eustorgio a Milano per donarle all'arcivescovo di Colonia. Questo fatto diede lo spunto per creare il dolce: un Cammello di pasta sfoglia per ricordare i Magi attraverso la rappresentazione delle loro cavalcature. Ma qualunque sia la sua origine, al di fuori del varesotto, nessuno gode di questa prelibatezza e a Varese città è un vero e proprio must: non c’è pasticceria che per l’Epifania possa far mancare i cammelli di sfoglia!
TICINO
I Dolci dell'Epifania
La CORONA DEI RE MAGI è il dolce tradizionale che si prepara per il giorno dell’Epifania in Ticino.
È un dovere/piacere per ogni ticinese gustare questa specialità la mattina del 6 gennaio.
La Corona dei Re Magi è creata con un impasto dolce, come quello delle brioche, arricchito con uva sultanina, composta con sei/otto palline di impasto, e all’interno di una di queste è nascosto un Re, o meglio qualcosa che lo rappresenti: può essere una statuina, una mandorla o una moneta. Chi sarà così fortunato da trovare il simbolo sarà Re per tutto il giorno e potrà indossare la corona di cartone che viene posta tradizionalmente sul dolce!
L'idea di un dolce contenente un Re può essere fatta risalire a una festa popolare romana in onore del dio Saturno in cui si distribuivano pagnotte con un legume nascosto all’interno. Tuttavia, anche se le origini storiche sono incerte, l'usanza della corona dei Re Magi gode di grande popolarità da quando, nel lontano 1952 lo storico del pane Max Währen, rispolverò l'antica tradizione dimenticata, assicurando un successo di lunga durata a questo dolce che da allora si diffuse in tutta la Svizzera.