A un quarto d'ora d’auto da Santa Maria Maggiore in val Vigezzo si trova il suggestivo borgo di Craveggia, raggiungibile con una breve deviazione dalla Strada statale 337 della Val Vigezzo.
Nel territorio comunale è presente la stazione ferroviaria di Prestinone sulla linea Domodossola-Locarno.
È uno dei villaggi più pittoreschi della valle ed è famoso per i suoi innumerevoli camini in pietra arenaria che svettano sopra i tetti in beola delle case, anticamente simbolo e misura della singola ricchezza famigliare.
Con i suoi 715 abitanti appena, ha l’aspetto di un vivo e vivace presepe in pietra.
Poco più avanti, i prati verdi ed i sentieri dell'Alpe Blitz offrono la possibilità di escursioni per tutti i gusti, fra ameni panorami di prati ed abetaie.
A ovest del centro abitato di Craveggia si trovano rispettivamente le frazioni di Vocogno caratterizzata da stretti vicoli e, più a sud, Prestinone, località natale del pittore Carlo Fornara. A Prestinone si trova la stazione a valle della cabinovia che collega la stazione sciistica di Piana di Vigezzo. Sul fondovalle si trova la località Siberia zona di grande passaggio per via della Strada statale 337
Il paese di Craveggia ha origine rurale, come si evince chiaramente dal nome: Cravetia, Capretia, deriva da capra, presente anche nello stemma del comune. Nel 1928 viene inglobato nel comune di Craveggia il comune di Vocogno e Prestinone. Nello stesso anno Craveggia, Toceno, Santa Maria Maggiore e Crana e Buttogno vengono fusi nel nuovo comune di Santa Maria Maggiore, solo nel 1947 Craveggia (e anche Toceno) riacquisteranno l'indipendenza.
Caratteristici di Craveggia sono gli edifici signorili delle vie centrali risalenti al XVII e XVIII secolo costruiti da famiglie che hanno raggiunto buoni livelli di benessere in seguito all'emigrazione e poi rientrate nella località di origine. Tipici i tetti in pietra, i numerosi camini delle case antiche ma anche i davanzali realizzati in pietra e lavorati e i balconi con lunghe ringhiere in ferro battuto. Frequenti le decorazioni pittoriche degli edifici.
Al pari degli altri centri della valle, nel 1044 Craveggia fu data in feudo dall'imperatore Enrico II al vescovo di Novara sotto il quale potè godere di ampia autonomia, sia amministrativa sia stataria.
I secoli XIII e XIV furono poi caratterizzati dalle lotte tra la famiglia guelfa dei Balcani e quella ghibellina dei Rossi e l'intera valle, seguendo le vicende dell'Ossola, passò di volta in votla dal vescovo al comune di Novara e ai conti di Biandrate.
Quando poi l'Ossola nel 1415 entrò a far parte dei domini dei Visconti, il duca Filippo Maria concesse che la valle Vigezzo avesse un proprio giudice.
Craveggia a partire dal 1447, insieme ad altri centri della valle tra i quali Santa Maria Maggiore, fu data in feudo alla famiglia Borromeo alla quale rimase fino al XVIII secolo.
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