Gli itinerari



Dove si trova

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Provincia di Lecco

Le pozze di Erve sono una piccola piscina naturale formate dalle acque del torrente Gallavesa.

Descrizione

Le Pozze di Erve sono in Provincia di Lecco, ai piedi del Monte Resegone, e caratterizzano una fra le più incantevoli passeggiate della Lombardia. Esse sono molto particolari per l’acqua limpida e cristallina. Sicuramente il loro sentiero è un toccasana refrigerante nelle calde giornate estive. Proseguendo lungo il sentiero si potrà raggiungere la Capanna di Monza, rifugio storico che nel corso degli anni ha visto il passaggio dei migliori alpinisti, locali e no, e anche di moltissimi appassionati volenterosi di conquistare la cima del Monte Resegone.
Le prime pozze si trovano lungo il sentiero, sono poco profonde ed ampie. Sono il posto ideale per le famiglie con bambini piccoli, infatti si può utilizzare anche il passeggino.
Ci sono spiaggette di sassi ed i bambini possono giocare e divertirsi.

Chi desidera invece pozze più profonde, scavate nella roccia, deve proseguire il cammino e quando il sentiero inizia a “tirare” deve lasciarlo per addentrarsi nel bosco con il torrente che resta sulla destra. Ovviamente è sconsigliato per bambini piccoli.
Qui potete trovare fantastiche pozze con l’acqua trasparente. Rocce, acqua, natura, verde, relax.

Se avete voglia di camminare ancora proseguite fino al pianoro, località Gnett (633 m), dove si apre un verdissimo scorcio sul Resegone.
Prendete il sentiero che indica Fonte San Carlo. Il sentiero alterna tratti pianeggianti a tratti in salita. Attraversate il torrente camminando sul ponte del Bruco, costruito dagli alpini, arrivando così alla sorgente San Carlo (750 m). Ci sono dei tavoli e panchine dove sostare per rifocillarsi. Vicino all’icona del santo, scolpita nella targa di legno si può leggere la frase: “Passa tranquillamente tra il rumore e la fretta, ma ricorda quanta pace può esserci nel silenzio delle montagne“.
Rifocillati, riempite le borracce, procedete seguendo le indicazioni Passo del Forcellino o del Fò per poi lasciarlo a sinistra e camminare verso destra per raggiungere il torrente.
Queste sono le pozze più belle e meno frequentate.

La storia

Erve, o Valderf' come era chiamato in passato l'abitato, in riferimento all'omonima Valle in cui è localizzato, si raggiunge percorrendo la strada in accentuato pendio che da Rossino sale verso le pendici del Monte Resegone e costeggia il burrone a picco sul torrente Gallavesa.

ll paese, situato ad un'altitudine media di 600 metri e diviso longitudinalmente dal torrente Galavesa, è caratterizzato da numerosi ponti che congiungono le case dell'una e dell'altra riva, conferendo all'abitato un aspetto urbanistico molto singolare.

Tra le numerose frazioni, Nesolio, collegato solo recentemente con una nuova strada agro-silvo-pastorale, pare sia stato il primo insediamento della Val d'Erve; una memoria manoscritta del XIX secolo, conservata presso l'Archivio Parrocchiale, fa cenno alla tradizione per cui una prima presenza umana a Nesolio risalirebbe addirittura all'epoca franca.

L'esistenza dell'abitato di Erve è confermata da documenti del XV secolo: nel 1419, quando i rappresentanti dei Comuni della Valle San Martino, che già dal 1359 si erano uniti per meglio trattare con la città di Bergamo, si recano a Milano per giurare fedeltà al nuovo signore Filippo Maria Visconti, gli Ervesi sono rappresentati da un abitante di Rossino.

Erve è poi citata fra le "terre, luoghi, ville e comuni" della Val San Martino negli Statuti della valle stessa, risalenti al 1435. A partire dal 1428 il piccolo abitato alle pendici del Resegone entra nell'orbita della Repubblica di Venezia: iniziano così le contese riguardo al confine fra Stato di Milano e Stato veneto, che si protrarranno per secoli, finché nel Settecento l'occupazione dell'Italia settentrionale da parte dei Francesi guidati da Napoleone, porterà alla nascita della Repubblica Cisalpina.

Erve, dopo aver fatto parte del Dipartimento della Montagna, nell'assetto territoriale definitivo del Regno d'Italia è assegnato al Dipartimento del Serio, Distretto di Bergamo, Cantone di Caprino.

Successivamente, sempre come comune autonomo, entra a far parte della provincia di Bergamo e soltanto nel 1992 viene accorpato, insieme a tutti i comuni della Valle San Martino, alla neonata provincia di Lecco.

Per quanto riguarda l'economia del paese, trattando delle rarità naturali che caratterizzerebbero la zona, il Dizionario odeporico o sia storico -politico - culturale della provincia bergamasca parla dubitativamente della scoperta di una miniera d'oro presso una roccia fra Rossino ed Erve, non scavata per la scarsezza della vena. In realtà le principali fonti di sostentamento degli abitanti erano un tempo la raccolta delle castagne e l'allevamento del bestiame, che d'estate era condotto al pascolo negli alpeggi in quota.

Negli Statuti della Val San Martino, Erve è registrata come terra povera e per questo autorizzata all'allevamento delle capre, mentre i legati e le donazioni alla parrocchia dimostrano l'esistenza di un'economia soprattutto agricola: dalla raccolta delle castagne o del fieno si ricavava il denaro necessario per opere di fede, mentre dalle noci veniva estratto l'olio per l'illuminazione della lampada del Santissimo Sacramento.

Durante tutta la sua storia le precarie condizioni di vita costringono la popolazione di Erve ad emigrare: inizialmente si tratta soprattutto di tornitori e carbonai che si muovono verso Venezia, ma questo flusso migratorio tende ad arrestarsi nell'Ottocento.

Nel corso del XX secolo si assiste ad un nuovo consistente spostamento di popolazione verso Calolziocorte, Lecco e Milano, ma anche Svizzera e Francia, in cerca di migliori condizioni di lavoro.

Le due guerre mondiali mettono a dura prova le già difficili condizioni di vita degli abitanti.

Negli anni quaranta vengono precettati fieno e foraggio per necessità belliche, si procede al censimento dei pollai in quanto parte della produzione di uova deve servire per l'esercito, mentre per sopperire al fabbisogno d carne della popolazione, il Prefetto di Bergamo autorizza la caccia di alcune specie di uccelli.

Tuttavia nel XX secolo un importante traguardo raggiunto a Erve è la costruzione di una nuova strada di accesso al paese.

Dopo che a fine Ottocento se ne era dovuto abbandonare il progetto a causa di un impegno economico che il comune non poteva sostenere, nel settembre del 1911 viene aperta la nuova strada provinciale carrozzabile da Rossino a Erve: fino a quel momento per la località del Corno, più a monte della nuova strada, passava una mulattiera che portava a Rossino, mentre l'unica altra via di comunicazione per il paese era la mulattiera da Saina a Somasca. Nel 1956 la strada viene asfaltata.

Nella seconda metà del XX secolo Erve diventa oggetto delle attenzioni dei turisti, luogo di villeggiatura per milanesi e brianzoli, attirati soprattutto dalla tranquillità del luogo e dalle bellezze naturali e paesaggistiche.

Ancora oggi numerosi amanti della montagna scelgono Erve come punto di partenza per le loro escursioni.

Fonte: Wikipedia

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